Corsi e laboratori
Come abbiamo già evidenziato per segmenti più «maturi» – come l’enoturismo4–, all’interno dei luoghi di produzione si stanno diffondendo sempre più proposte ingaggianti, coinvolgenti e stimolanti che affiancano le tradizionali visite, degustazioni e acquisto. Ad esempio, l’assaggio del formaggio si sposta all’aperto diventando un format di degustazione con abbinamenti tra le produzioni locali e le altre tipicità del territorio – come nell’esempio descritto nel box.
Tra le numerose proposte figurano corsi di cheese pairing, assai apprezzati dai turisti (54,7%) poiché consentono di conoscere le caratteristiche delle produzioni casearie locali e apprendere i possibili abbinamenti con cibi, vini e/o birre. Così come laboratori e workshop attraverso cui scoprire l’arte casearia e mettersi alla prova in prima persona con la produzione di formaggio, (51,8%) – magari con la possibilità di riceverlo una volta terminato il viaggio (44,1%) (Tabella 2.4). L’agriturismo Burki di Macugnaga (VCO), ad esempio, organizza «Cheese lab» attraverso cui i visitatori possono cimentarsi nella produzione dal latte al formaggio (dettaglio nel box).
È qui opportuno evidenziare un dato che emerge dall’analisi, e che può essere di grande utilità per le aziende che decidono di sviluppare nuove proposte turistiche legate al formaggio. Questa ricerca di proposte esperienziali è un tratto che contraddistingue soprattutto le generazioni più giovani. Rappresenta, quindi, una possibile leva per avvicinarle al mondo lattiero-caseario (Tabella 2.4).
Guardando ai dati, vediamo che la degustazione e l’acquisto sono più apprezzate e ricercate dagli over 55, mentre Millennials e Generazione Z si orientano maggiormente verso attività attraverso cui apprendere mettendosi in gioco in prima persona, come nel caso dei cheese pairing (Δ 18-24 anni = +4,9%) e dei laboratori di formaggio (Δ 35-44 anni = +4,4%).