I dieci trend del turismo enogastronomico per il 2025

Copertina del rapporto sul turismo enogastronomico 2024

I 10 trend del turismo enogastronomico nel 2025 secondo il Rapporto Garibaldi

Quali sono i trend del turismo enogastronomico nel 2025? A questa domanda risponde il Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano (scaricalo qui) , a cura di Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.

“Il turismo enogastronomico è il cuore pulsante di un viaggio che oggi unisce identità, storie e innovazione. Nel 2025, tradizione e tecnologia si fonderanno per offrire esperienze sempre più immersive e sostenibili”, spiega Garibaldi. “Non basta adattarsi: serve guidare il cambiamento, trasformando il modo in cui viviamo e raccontiamo il territorio.”

Giunto alla settima edizione, il Rapporto è sostenuto da Visit Emilia e Valdichiana Living, con il patrocinio di Federturismo, Fondazione Qualivita, Iter Vitis, e la collaborazione dell’Università di Bergamo, Economics Living Lab e TheFork.

I 10 trend del turismo enogastronomico nel 2025

1. Il cibo al centro di ogni viaggio

Oggi il cibo è una componente imprescindibile dell’esperienza turistica, al pari di natura e cultura. Secondo i dati, tra ottobre 2024 e marzo 2025, il 15,3% dei viaggiatori europei ha inserito l’enogastronomia tra le principali motivazioni di viaggio. È ormai una “commodity esperienziale” che arricchisce ogni itinerario.

2. Riscoperta di mete minori e rurali

I trend del turismo enogastronomico premiano le destinazioni autentiche. Il 63% dei viaggiatori, secondo Expedia, intende visitare località meno note nel 2025. Luoghi ricchi di paesaggi, cultura e tradizioni culinarie, oggi minacciati dall’overtourism delle aree più frequentate. Un’opportunità per ridistribuire i flussi e favorire lo sviluppo locale.

3. Esperienze multisensoriali e multiprodotto

L’enoturismo evolve: alla classica degustazione si aggiungono esperienze attive e immersive, come trekking nei vigneti o vendemmia partecipata. La Generazione Z cerca esperienze creative e sostenibili. Cresce anche l’integrazione con altri prodotti tipici (olio, formaggi, pizza…), spingendo gli operatori a rivedere l’offerta turistica enogastronomica in chiave innovativa.

4. Iper-personalizzazione delle esperienze

I nuovi trend puntano sull’esperienza su misura. Le proposte turistiche devono adattarsi ai valori, interessi e abitudini dei viaggiatori, superando le segmentazioni tradizionali. La personalizzazione non è più un optional: è una leva decisiva per offrire esperienze autentiche e memorabili.

5. Eventi come motivazione di viaggio

Sagre, vendemmie, raccolte stagionali o festival diventano leve attrattive per chi cerca emozioni irripetibili. Il turismo enogastronomico si intreccia con il calendario di eventi locali, arricchendo l’offerta e valorizzando le specificità territoriali.

6. Scelte guidate da social media e serie TV

Il potere di Instagram, TikTok, YouTube e delle produzioni cinematografiche influenza le mete scelte dai turisti, in particolare da GenZ e Millennial. Gli influencer sono percepiti come voci autorevoli, mentre il fenomeno del set-jetting (viaggi nei luoghi delle serie TV) rafforza la popolarità delle destinazioni meno note.

7. Intelligenza Artificiale al servizio del viaggio

L’uso dell’IA nel turismo enogastronomico consente di proporre itinerari personalizzati in base a gusti, budget, restrizioni alimentari. I sistemi evoluti potranno offrire assistenza, storytelling immersivo, inclusività, edutainment e persino gestire meglio i flussi turistici. La tecnologia migliora la qualità dell’esperienza, in tempo reale.

8. Food & Beverage come asset dell’ospitalità

Il cibo diventa valore aggiunto per hotel e strutture ricettive. Il 40% degli alberghi italiani ha un ristorante interno, contribuendo fino al 28% del fatturato. Inoltre, sempre più chef stellati operano all’interno di hotel, trasformandoli in ambasciatori del territorio enogastronomico.

9. Il paesaggio come elemento identitario

Per il 59,3% dei turisti, il paesaggio rurale è una delle motivazioni principali di viaggio. Tuttavia, l’abbandono delle aree agricole italiane rischia di compromettere questo patrimonio. Preservare il paesaggio significa anche salvaguardare l’identità enogastronomica del Paese.

10. Gastrodiplomazia: unire attraverso il cibo

Il cibo diventa ponte tra culture e popoli. In un mondo sempre più diviso, la gastrodiplomazia usa l’enogastronomia per creare connessioni, raccontare tradizioni e promuovere dialogo. Un’occasione per l’Italia di rafforzare il proprio soft power nel mondo.

Conclusione

Il 2025 segna una svolta per il turismo enogastronomico: esperienze personalizzate, tecnologie smart, attenzione al territorio e alla sostenibilità definiscono il futuro del settore. Gli operatori devono intercettare questi trend del turismo enogastronomico per restare competitivi e contribuire allo sviluppo di un’offerta autentica, accessibile e duratura.

Scarica qui il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” per approfondire l’argomento.