Nel periodo post-Covid si sta consolidando una tendenza interessante nel mondo dei viaggi: cresce il turismo dei borghi, con un crescente spostamento dell’interesse dei turisti dalle mete principali a quelle cosiddette «minori». Sono amate le destinazioni poco affollate e lontane dai circuiti tradizionali, dove è possibile godere di tranquillità, bellezza e vivere esperienze autentiche e significative. Un altro fattore importante è il miglior rapporto qualità/prezzo, che spesso viene a mancare nelle località più soggette al turismo di massa.
Una survey globale di Expedia indica che il 63% dei rispondenti ha intenzione di visitare queste destinazioni nel 2025. Anche Booking.com, nella sua indagine annuale, conferma l’interesse per le mete meno conosciute: il 44% dei rispondenti afferma di non voler condividere la posizione sui social per evitare fenomeni di overtourism.
Aree rurali e turismo dei borghi in Italia
Destinazioni rurali e piccoli centri sono una risorsa strategica per il turismo italiano. I dati del 2023 lo dimostrano: il 20,7% dei pernottamenti dei turisti stranieri (48,5 milioni) si concentra proprio nelle aree rurali e nei borghi dell’entroterra. Un risultato significativo, superiore a quello della Francia (28,5 milioni) e nettamente superiore alla Spagna (6,5 milioni).
È corretto dire che i borghi rappresentano già un punto di forza dell’offerta turistica italiana.
I borghi meno noti attraggono turisti da tutto il mondo
Secondo i dati di Trip.com Group, le prenotazioni dei turisti cinesi verso l’Europa sono aumentate del 65% nel primo semestre del 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In Italia si registra un deciso aumento in regioni meno note come Trentino-Alto Adige (+271%), Liguria (+230%) e Piemonte (+162%).
Anche Campania ed Emilia-Romagna registrano numeri in crescita. Gli utenti mostrano un interesse crescente per forme di turismo più autentiche e slow, prediligendo i treni e viaggiando fuori stagione, soprattutto nei mesi di gennaio e febbraio (+216% e +341%).

urbanizzazione dell’Eurostat). Turisti stranieri. Anno 2023. Fonte: elaborazione propria su dati Eurostat.
Anche gli italiani riscoprono i borghi
Il 60% dei turisti italiani ha effettuato un viaggio in queste mete nell’ultimo anno e il 93% ha intenzione di ripeterlo nei prossimi 12 mesi. Spiccano Toscana e Umbria, mete preferite anche per il turismo enogastronomico.
Bellezza, autenticità e qualità dell’offerta
Le ragioni di questa tendenza sono evidenti: la bellezza dei luoghi, la ricchezza culturale e un forte patrimonio enogastronomico. Come evidenziato all’interno del Rapporto sul Turismo Enogastronomico (scaricalo qui), i piccoli comuni dell’entroterra custodiscono il 93% dei prodotti agroalimentari DOP e IGP e offrono una ristorazione di qualità.
Il 60,5% dei viaggiatori italiani che ha visitato queste aree si dice soddisfatto della qualità dei ristoranti. Anche il rapporto qualità/prezzo è spesso migliore rispetto alle mete più affollate.


TOTALE Turisti italiani, anno 2024, regioni Italiane.

Il turismo dei borghi incontra il desiderio di semplicità
Un’altra motivazione interessante è il cosiddetto JOMO (Joy of Missing Out), ovvero il piacere di staccare dalla frenesia digitale per riconnettersi con se stessi e con gli altri. Secondo i dati di Vrbo, crescono le prenotazioni di case vacanza in località tranquille, come borghi montani e costieri. Il 62% degli utenti ritiene che queste esperienze riducano ansia e stress e circa il 50% le considera un’occasione per riconnettersi con i propri cari.
Il turismo dei borghi si conferma come un’opportunità per riscoprire la lentezza, la condivisione e il benessere autentico, lontano dal caos del turismo di massa.
La triade aree rurali – piccoli borghi – enogastronomia rappresenta un asset strategico per lo sviluppo sostenibile del turismo in Italia, in risposta al crescente sovraffollamento turistico e alla domanda di esperienze autentiche.

