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TURISMO, ENOGASTRONOMIA E SOSTENIBILITÀ – ALEX GIORDANO

Alex Giordano, pioniere italiano della rete e fra i principali esperti di Social Innovation, Agritech e Digital Transformation applicata al settore agroalimentare.

È fondatore di Ninjamarketing ed è stato consulente di brand importanti e sui temi della trasformazione digitale. È docente di Marketing e Trasformazione Digitale 4.0 presso l’Università Federico II di Napoli e responsabile scientifico del SocietingLAB. Ha creato il Rural Hub e lavora sul progetto Rural Hack. oordinatore del gruppo tematico «Innovazione, Digitalizzazione, Akis, nuova impresa» del Comitato per la Nuova Programmazione Agricola (CNPA) dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania. Autore di vari libri.

 

Turismo enogastronomico e sostenibilità: questione legata strettamente ad uno sviluppo locale coerente con il concetto di sostenibilità ambientale, sociale ed economica introdotto dagli SDGs. Questo concetto di sostenibilità diventa una lente di osservazione e un framework logico per orientare i processi di innovazione sociale e tecnologica necessari per:

  • rendere le produzioni meno impattanti sull’ambiente;
  • favorire la creazione di reti locali per la produzione e la vendita;
  • favorire strategie per «fare sistema» fra gli attori di un territorio (imprese, istituzioni, associazioni, commercianti …) affinché il turismo sia un elemento che crea ricchezza e, dall’altra parte, che valorizza e protegge gli asset preziosi come il saper fare artigianale e il legame con i territori;
  • facilitare la diffusione di innovazioni tecnologiche anche per i produttori più piccoli;
  • favorire la creazione e la condivisione di conoscenze che aumentino la qualità dei servizi e delle proposte rivolte ai turisti;

Come si comprende attraverso i dati e sapendo che il territorio italiano è estremamente diversificato e ancora per molta parte non turistico, le occasioni che il nostro Paese offre alle diverse tipologie di turisti (reali e potenziali) sono enormi e sono opportunità importanti per gli imprenditori turistici ma anche per i territori. Analizzando però le tendenze del turismo nel nostro Paese si ritiene che vadano considerate insieme due facce della sostenibilità del turismo enogastronomico. La prima è quella rivolta allo sviluppo del territorio che fa da piattaforma:

  • per la ristorazione,
  • per l’accoglienza,
  • per l’ospitalità,
  • per le produzioni agricole e vitivinicole,
  • per la valorizzazione di produzioni locali non solo enogastronomiche ma, per esempio, artigianali,
  • per operazioni immobiliari legate al turismo,
  • per l’innovazione tecnologica di tutto il sistema sociale e produttivo locale,

La seconda è quella rivolta allo sviluppo delle politiche per il turismo che devono considerare soprattutto come mantenere, nel tempo, un equilibrio tra gli impatti sociali, economici e ambientali dei flussi turistici. Questo affinché i territori non diventino parchi gioco, musei o non luoghi ma possano essere interessanti come realtà vive.

«L’abilità attrattiva di una destinazione dipende principalmente dalla disponibilità delle risorse che dispone, le quali non sono solamente naturali, geografiche, morfologiche ma, soprattutto, sono risorse sociali che derivano dalle tradizioni e abitudini della comunità locale. L’approccio basato sull’utilizzazione delle peculiarità territoriali può fare la differenza solamente se c’è la capacità e l’impegno di valorizzare i mezzi disponibili per farli diventare un vantaggio competitivo prezioso e ineguagliabile». Come si lavora, allora, sulle due facce della sostenibilità? La terra può essere la risorsa dalla quale far ripartire l’immaginazione e dalla quale generare nuova progettualità. Il lavoro realizzato dalle task force e dai progetti che coordino («Societing 4.0», «RuralHack» e «PIDMed», per esempio) viene fatto con le comunità (non sulle comunità), sperimentando una gamma di strumenti e metodi per l’innovazione dell’agricoltura 4.0, in grado di raccogliere problemi e soluzioni attraverso diverse forme, tra cui metodi digitali, forme di studio comparativo e meta–analisi. Questi metodi possono produrre nuove forme di intelligenza sociale e modalità di scambio, attraverso occasioni e dispositivi che mettono in relazione i sistemi di intelligenze delle comunità (intelligenze umane, intelligenze artificiali).

Un ruolo rilevante, in questi processi di accompagnamento ai territori, ce l’hanno i facilitatori che se sono attori istituzionali (Comuni, Università o Camere di Commercio, per esempio) possono svolgere un’utile azione di bridging e networking, creando ponti tra ricercatori, scienziati e i vecchi maestri della terra; tra hacker, artisti e contadini; tra realtà rurali delle aree interne e centri metropolitani; tra giovani, artigiani, piccole imprese, imprenditori sociali, start up, istituzioni, … con l’intento di immaginare insieme un senso diverso della produzione, del lavoro, dell’ambiente e della società diventando, quindi, la chiave dello sviluppo sostenibile, a tutela della biodiversità, dell’ambiente e delle persone. Le comunità intese come territori e anche come attori connessi o dalla contiguità territoriale e/o dalla comunanza di interessi, diventano laboratori dove le persone si attivano per ideare soluzioni e strumenti adeguati a un maggior benessere. Le comunità sono, dunque, luoghi e occasioni di intersezione e scambio dei saperi: «Le nuove comunità vanno viste come un intreccio di conversazioni cui le persone partecipano in modo diversi, scegliendo dove, come e per quanto tempo allocarvi le proprie risorse (di attenzione, competenze, disponibilità relazionale). Il loro primo carattere distintivo rispetto alle comunità premoderne sta nel fatto che i legami che vi si intessono sono il risultato di una scelta. Stiamo parlando di comunità intenzionali».

Ecco quale può essere la forma del turismo enogastronomico sostenibile: quella di una comunità di intenzione che riguarda i luoghi nel doppio significato di offrire loro uno sguardo rinnovato e nell’accezione di tutelare e preservare i luoghi stessi. E riguardare «aumentato» attraverso una nuova alleanza tra intelligenze collettive e tecnologie digitali finalizzata a co–generare impatti positivi generati sull’ambiente, la società e l’economia.