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Enoturismo

Cos’è l’enoturismo?

L’enoturismo (o turismo del vino) è un’esperienza in cui la degustazione delle produzioni vinicole locali si abbina alla visita dei luoghi e dei territori di produzione, alla conoscenza della cultura, delle tradizioni e della gente che qui vive.

Se in passato l’enoturismo era considerato un segmento di nicchia, oggi è divenuto una attrattiva per un pubblico diversificato, composto da esperti e professionisti, da semplici appassionati e curiosi. Attorno al vino sono nate nuove e più qualificanti esperienze: non solo degustazioni, visite ed eventi, ma attività outdoor tra i vigneti, esperienze di vendemmia turistica, alberghi tematici, solo per citarne alcune. Esperienze che sanno soddisfare una platea di turisti ampia e con esigenze differenti.

Quali sono le nuove tendenze dell'enoturismo?

La scoperta e la degustazione delle produzioni vinicole locali rimanga centrale, non è più l’unico elemento ricercato dal turista. Il valore culturale che il vino possiede, rappresentato da un mix unico tra prodotto, terroir e persone, affascina ed attrae sempre più.

L’enoturismo è oggi visto come un’opportunità di arricchimento culturale, di entrare in contatto con l’identità, le tradizioni e la cultura – anche enologica – del luogo visitato. Non solo aziende più rinomate, la scelta spesso ricade su piccole realtà familiari e anche luoghi di produzione che abbinano il vino all’arte, alla musica, al design, alla storia.

Alla dimensione culturale si aggiunge quella del benessere. Il turista vuole poter trovare in cantina e sul territorio opportunità – quali corsi, workshop, trattamenti – per rigenerarsi, riprogrammare le proprie abitudini e adottare uno stile di vita più sano. Così come attività di benessere (massaggi, idromassaggi e SPA) nei vigneti. Il desiderio di vivere gli spazi aperti – strettamente connesso alla vogli di benessere – si traduce nella ricerca di trekking del vino, tour in biciletta e/o in e-bike per scoprire e cantine e le altre bellezze del territorio.

Da ultimo, ma non meno rilevante, la sostenibilità, oggi sempre più un driver di scelta. Chi viaggia desidera partecipare ad esperienze che si connotano sia per un approccio green che per l’essere responsabili socialmente. Quest’ultimo aspetto della sostenibilità, meno attenzionato, è particolarmente apprezzato, e si traduce anche nel desiderio di vivere esperienze a stretto contatto con i produttori come la vendemmia turistica.

Quanto vale l'enoturismo in Italia?

Il nostro Paese vanta produzioni vitivinicole di assoluto pregio rinomate a livello nazionale e internazionale. Ha un territorio estremamente vocato sotto il profilo enologico, il cui valore culturale è stato riconosciuto dall’UNESCO, che ha insignito “I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” e le “Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” del prestigioso riconoscimento di patrimoni dell’umanità.

Dal punto di vista turistico, questo patrimonio ha una grande attrattività per i turisti italiani e stranieri, crea valore aggiunto per le imprese e stimola la crescita economica e sociale dei territori interessati. Secondo il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico 2023”, più di 3 italiani su 10 ha visitato almeno una cantina nel corso dei viaggi più recenti così come ha partecipato ad un evento o festival del vino. Le degustazioni ed i tour sono state le esperienze a tema enogastronomico più prenotate sul portale Tripadvisor nel 2022, sia dai viaggiatori del Belpaese che da quelli stranieri, specialmente da oltreoceano (statunitensi e canadesi). La Toscana è stata la destinazione più prenotata (quasi 6 prenotazioni su 10 ha riguardato proposte enoturistiche in questa regione), seguita a distanza dal Veneto.

Come fare enoturismo in Italia?

In Italia l’enoturismo è regolato dalle “Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica” e dai relativi decreti attuativi regionali.

Le Linee Guida vanno anzitutto a definire quali attività rientrano in tale ambito, e che quindi possono essere svolte dalle aziende vitivinicole (Art. 1). Esse sono: visite guidate ai vigneti di pertinenza dell’azienda, alle cantine; visite ai luoghi di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, della storia e della pratica dell’attività vitivinicola ed enologico; iniziative di carattere didattico, culturale e  ricreative  svolte nell’ambito delle cantine e dei vigneti (compresi la vendemmia didattica, le attività di degustazione e commercializzazione delle produzioni vitivinicola aziendali, anche in abbinamento ad alimenti).

Vengono inoltre stabiliti i requisiti generali anche di carattere igienico-sanitario e di sicurezza e così come le linee standard per gli operatori che svolgono attività enoturistiche (Art. 2). Queste possono essere così riassunte:

  • l’apertura settimanale o anche stagionale di un minimo di 3 gg, all’interno dei quali possono essere compresi la domenica, i giorni prefestivi e festivi;
  • L’utilizzo di strumenti di prenotazione delle visite, preferibilmente informatici;
  • L’affissione di un cartello all’ingresso dell’azienda che riporti i dati relativi all’accoglienza enoturistica, ed almeno gli orari di apertura, la tipologia del servizio offerto e le lingue parlate;
  • La predisposizione di un sito o pagina web aziendale e di materiale informativo sull’azienda e sui prodotti stampato in almeno 3 lingue, compreso l’italiano;
  • L’indicazione della presenza dei parcheggi in azienda o nelle vicinanze;
  • La distribuzione di materiale informativo sulla zona di produzione, sulle produzioni tipiche e locali con particolare riferimento alle produzioni con denominazione di origine sia, in ambito vitivinicolo che agroalimentare, sulle attrazioni turistiche, artistiche e architettoniche e paesaggistiche del territorio in cui è svolta l’attività enoturistica;
  • La realizzazione o predisposizione di ambienti dedicati e adeguatamente attrezzati per l’accoglienza e per la tipologia di attività in concreto svolte dall’operatore enoturistico;
  • La presenza di personale addetto dotato di competenza e formazione, anche sulla conoscenza delle caratteristiche del territorio, compreso tra il titolare dell’azienda o i familiari coadiuvanti, i dipendenti dell’azienda e i collaboratori esterni;
  • Lo svolgimento dell’attività di degustazione del vino all’interno delle cantine con calici in vetro o altro materiale, purché non siano alterate le proprietà organolettiche del prodotto;
  • Lo svolgimento delle attività di degustazione e commercializzazione con personale dotato di adeguate competenze e formazione, compreso il titolare dell’azienda o i familiari coadiuvanti, i dipendenti dell’azienda e i collaboratori esterni.