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Le Città del Gusto: contributo di Rossano Pazzagli

Rossano Pazzagli, Storico, professore presso l’Università degli Studi del Molise, Direttore del Centro di Ricerca per le Aree Interne e gli Appennini (ArIA)

L’agricoltura e il cibo sono una delle «felicità d’Italia». Ripartire dai territori e ridare valore all’agricoltura sono le vie per una ulteriore crescita del turismo enogastronomico.

L’interesse per il legame tra produzioni agricole e territori è emerso in modo particolarmente forte a partire dalla fine degli anni ’80 anche attraverso un nuovo tipo di associazionismo: quello degli enti locali, dei Comuni in primo luogo, che hanno scelto di unirsi in nome di identità culturali, sapori tipici, bellezze naturali, arte, storia, tradizioni, per promuovere il territorio ed incentivare il turismo tematico, a cominciare dall’Associazione Nazionale «Città del Vino», fondata a Siena nel 1987 da una quarantina di sindaci e poi allargatasi fino a comprendere 500 Comuni.

Anche per altri prodotti c’è stato poi un fiorire di nuove associazioni:
sempre per iniziativa dei Comuni: nel corso degli anni ’90 sono nate le associazioni Città del Tartufo, fondata a Alba nel 1990, Città dell’Olio creata a Larino, in Molise, nel 1994, le Città del Pane con sede a Altopascio, in provincia di Lucca, le Città del castagno.

Ma è soprattutto agli albori del nuovo secolo che si ha un ulteriore slancio: dalle Città del Miele alle Città delle Ciliegie, dalle Città della Mela anurca alle Città della Nocciola e alle Città della Chianina, fino alla creazione, nel 2004, dell’associazione delle Città del Bio, che intende superare l’identificazione con un prodotto specifico per mettere in valore il tema della qualità e della coltivazione e della trasformazione di vari prodotti secondo le metodologie dell’agricoltura biologica.

Oltre alle associazioni che individuano un prodotto agroalimentare come fattore identitario, si sono formate reti di città che hanno come tratto comune la qualità dell’ambiente e della vita: è il caso delle Città slow, una associazione che si è data come sottotitolo «Rete internazionale delle città del buon vivere», dei Borghi più belli d’Italia, dei Borghi autentici d’Italia o dell’associazione dei Paesi Bandiera arancione, che riunisce i piccoli Comuni dell’entroterra ai quali è stato riconosciuto il marchio «Bandiera
arancione» del Touring Club Italiano. Ma la parte del leone viene comunque fatta dalle Associazioni di Comuni che valorizzano le qualità del gusto ed i sapori tipici locali.

Dal 2003 molte di queste associazioni, imperniate su prodotti, municipi rurali e tradizioni materiali o immateriali, si sono confederate nell’Associazione Res Tipica, un progetto per la promozione delle identità territoriali italiane e per salvaguardare il patrimonio ambientale, culturale, turistico ed enogastronomico dei Comuni piccoli e medi dell’Italia, valorizzando paesaggi, saperi e sapori, che mette insieme ben 27 associazioni d’identità.