I caseifici e le aziende casearie, dall’essere luoghi produttivi con spazi pensati e dedicati esclusivamente a questo scopo, hanno iniziato ad aprirsi al pubblico proponendo nuove attività, stimolati dal crescente interesse verso il turismo caseario in Italia.
Seguendo quanto già avvenuto nel settore dell’enoturismo – ormai maturo e con un’offerta in costante evoluzione –, anche in ambito caseario si è registrato un aumento significativo di proposte sia tradizionali sia innovative, come evidenziato nel primo rapporto sul Turismo Caseario in Italia.
Un fenomeno in espansione, ma ancora poco misurato

Purtroppo, come per altri comparti dell’agroalimentare, non si hanno ancora informazioni ufficiali precise sull’apertura al pubblico di queste realtà produttive. Le statistiche nazionali non dispongono di dati specifici sul volume e la struttura dell’offerta turistica connessa al turismo caseario.
Tuttavia, un dato interessante emerge: tra le esperienze nei luoghi di produzione, le visite ai caseifici hanno rappresentato nel 2023 la seconda proposta più fruita dai viaggiatori italiani, subito dopo le cantine. Questo potrebbe indicare la presenza di un’offerta già strutturata e in crescita.
Le esperienze più richieste dai visitatori
Visite guidate, degustazioni e acquisto dei prodotti
I servizi turistici principali offerti dai caseifici sono tre: la visita guidata dell’azienda, la degustazione e l’acquisto dei prodotti. Sono questi gli elementi che i viaggiatori cercano più frequentemente e che si aspettano di trovare quando scelgono di vivere un’esperienza legata al turismo caseario.
Secondo i dati raccolti:
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Il 72,9% dei rispondenti desidera acquistare i formaggi direttamente dal produttore;
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Il 69% è interessato a degustazioni, soprattutto se abbinate a vini e piatti tipici del territorio;
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Il 65,6% è motivato dalla possibilità di scoprire dal vivo luoghi e processi di produzione.
Uno dei temi più rilevanti per lo sviluppo del turismo caseario è l’organizzazione degli spazi aziendali. Questi devono riuscire ad armonizzare le esigenze legate alla normativa HACCP per la produzione alimentare e i bisogni di accoglienza e sicurezza dei visitatori.

I dati raccolti dal primo Rapporto del Turismo Caseario in Italia mettono in evidenza come l’interesse per il turismo caseario si distribuisca in modo differenziato tra le fasce d’età, offrendo spunti utili per costruire proposte mirate.
Ad esempio, i più giovani (18-24 anni) mostrano una forte curiosità verso la dimensione produttiva: l’interesse nel vedere come nasce il formaggio è in crescita (+3,8%), così come l’attrattiva verso attività esperienziali che coinvolgano direttamente i processi di trasformazione. Questa fascia è meno coinvolta, invece, dalle esperienze di acquisto o degustazione, probabilmente per una minore disponibilità di spesa o una diversa motivazione al viaggio.
Le fasce centrali (25-44 anni) risultano più stabili nei comportamenti, con una leggera flessione dell’interesse rispetto agli anni precedenti, ma rappresentano comunque un target importante, specialmente per le attività di degustazione e acquisto che combinano esperienza e convenienza.
È nelle fasce più mature (55-64 e over 65) che si registra il maggiore incremento d’interesse. Cresce in particolare il desiderio di acquistare formaggi direttamente in azienda (+6,9% tra i 55-64enni), così come quello di partecipare a degustazioni abbinate a prodotti locali (+5,1%). Questo pubblico, più maturo e spesso con maggiore disponibilità economica e tempo libero, si dimostra particolarmente ricettivo a esperienze che uniscono autenticità, qualità e approfondimento culturale.

Il primo rapporto sul Turismo Caseario in Italia
Il turismo legato al formaggio si afferma come una nicchia strategica in forte crescita, con impatti positivi su economia locale, occupazione, promozione territoriale e sostenibilità.
Presentato il primo Rapporto sul turismo e il mondo caseario, ideato da Roberta Garibaldi e promosso dall’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, con il supporto del Comune di Bergamo e del progetto FORME. Un’indagine inedita che fotografa un settore in crescita e ancora poco valorizzato, capace di generare esperienze autentiche, identità territoriale e nuove opportunità economiche. Il documento analizza dati, tendenze, esperienze e progetti di rete, delineando una visione integrata tra turismo, produzione casearia e sviluppo locale.